lunedì 1 marzo 2010

dalla colonia (22) - in breve

Dopo la sterilizzazione di Cloudy e Casper (all'ASL), Briciolo e Trilly (dal vet), ecco com'è andata.
Sabato 21 febbraio Cloudy e Casper, passati i due giorni in gabbia per scongiurare pericoli di infezione (visto che non avevamo potuto portarli dal veterinario) sono stati liberati la mattina, nonostante una fastidiosa pioggerellina disturbasse (ovviamente!) le nostre manovre da gattare.
Quando li abbiamo riportati alla colonia, sono subito scappati in giardino, avevano certamente bisogno di sgranchirsi le zampe e di riprendersi la bella sensazione della libertà.
Noncuranti della pioggia, siamo riuscite a dar da mangiare a loro ed ai pochi presenti, dopodiché li abbiamo lasciati tranquilli.
Nel pomeriggio sono andata a trovare una simpatica famiglia che aveva proprio chiesto di adottare un gattino; purtroppo però si trattava di una situazione non adatta al sensibile carattere di Cloudy e così, dopo un momentaneo guizzo d'entusiasmo, sono tornata a casa con la consueta amarezza derivante dalla sorte dei nostri poveri bimbi.
A distanza di più d'una settimana, Cloudy e Casper stanno fortunatamente bene: quella per la quale temevo di più era Casper, visto che, come per ogni femmina, l'intervento di sterilizzazione è più invasivo di quello per i maschietti.
I due piccoli (per noi saranno sempre due cuccioli) mangiano e giocano di gusto: per Casper non credo si troverà una casa, visto che è sempre molto schiva e non si lascia ancora accarezzare; invece per Cloudy spero ci sia presto una buona oppportunità di farlo adottare.
Finito il giro alla colonia, sono tornata a casa, mi sono cambiata e sono andata dal vet a riprendere Trilly che, nel frattempo, era bella sveglia (essendo stata operata la sera prima), molto gnaulante e desiderosa di uscire dalla gabbietta.
Il viaggio di ritorno è stato meno burrascoso di quello del giorno prima e finalmente, arrivata a casa, la micia è stata contenta di ritrovare la sua cuccia ed il "suo" garage, dove l'ho lasciata tranquilla per tutto il giorno, dandole tempo e modo di riprendersi dallo spavento, dall'operazione e dai postumi dell'anestesia. La sera stessa stava molto meglio e le ho dato una bella cenetta.
Nei giorni successivi sembrava un po' più tranquilla, ma ben presto è tornata ad essere la solita gatta vivace e giocherellona: per fortuna ora gnaula solo quando ha fame, per il resto, durante il giorno, si diverte a devastare le scatole di cartone che ha a disposizione oppure a fare le nanne nella calda cuccia che le ho preparato fin dal primo giorno.
Anche per lei spero presto di trovare la famiglia giusta: mi sento in colpa a tenerla chiusa in garage, pur ricordandomi ogni giorno che, senza il mio intervento, essendo stata abbandonata il 26 dicembre, non avrebbe probabilmente visto l'anno nuovo, poiché sarebbe morta di fame o di malattia. O di entrambe, visto l'orrendo inverno che ci siamo portati appresso per mesi (e che ancora non è finito, come dimostra anche l'arietta gelida e la fastidiosa nebbia di stamattina).
Briciolo, sterilizzato dal vet lo scorso 18 febbraio e riportato a casa di T. il giorno stesso, è stato successivamente liberato la domenica 21, anche se T. si è sentita molto in colpa per averlo, a suo dire, abbandonato.
Inoltre, come da sua consueta e brutta abitudine, aggravata dalla recente (e non dimenticata) aggressione da parte di Eolo, Briciolo è sparito per due giorni, per farsi poi rivedere solo martedì mattina, quando ormai pensavamo d'averlo perso.
E così anche nei giorni successivi: non è sempre presente, il che ci getta spesso nello sconforto, soprattutto T. che a lui (come lo era a Briciola e a Toti) è molto affezionata, avendolo visto crescere.
E anche stamattina, terminate le consuete mansioni di "cat...ering" e dopo che, finito il pasto, tutti i presenti erano tornati alle loro "occupazioni", stavo tornando lentamente a casa quando, a lato di una delle stradine normalmente percorse, ho intravisto un gatto che mi sembrava Briciolo.
Mi sono fermata fuori della carreggiata, ho azionato le "quattro frecce" e sono scesa, chiamandolo. Era LUI!

Mi è venuto incontro, ha fatto una valanga di fusa, gli ho dato sia croccantini sia umido, ma sembrava più interessato alle coccole che al cibo.
Nonostante il freddo, sono rimasta con lui per più di mezz'ora, sperando tornasse al sicuro nel giardino dal quale l'avevo visto arrivare.
Alla fine, a malincuore, gli ho messo ancora un po' di cibo umido su una pietra pulita sotto un albero.
E l'ho lasciato là a mangiare, sperando che dopo sarebbe tornato a ripararsi da qualche parte.
Mi auguro di rivederlo domani o di sapere da T. che stasera sarà presente all'ora di cena.
E' uno strazio quotidiano quello al quale ci sottoponiamo per amore dei "nostri" gatti: ma senza di noi, loro non avrebbero neanche questo.
E per quanto difficile ed insopportabile, dobbiamo accettare la nostra impotenza, ricordandoci sempre quanto abbiamo fatto per loro in pochi mesi e quanto poco o nulla avrebbero fatto altri al nostro posto.
Che la Grande Madre ci aiuti e protegga i nostri bimbi pelosi...

2 commenti:

fabio r. ha detto...

ricordandoci sempre quanto abbiamo fatto per loro in pochi mesi e quanto poco o nulla avrebbero fatto altri al nostro posto.

Me lo dico sempre anch'io, quando mi incazzo come una biscia per maltrattamenti e brutture varie che vedo fare ai felini che cerco di seguire..
siamo una goccia nel mare, ma se togliamo pure le gocce il mare diventa deserto!

ziamaina ha detto...

Fabio: vero, gocce senza le quali resterebbe solo il deserto.
Ma è dura affrontare ogni giornata con la borraccia semi vuota, è un'arsura cui non ci si può abituare...